Franciacorta parte la vendemmia

Parte in questi giorni, in alcune aree della denominazione, la raccolta dell’uva in Franciacorta, con buone previsioni grazie anche alle condizioni meteo degli ultimi giorni.

Uno dei più apprezzati territori del vino italiano, nella zona collinare situata tra Brescia e l’estremità meridionale del Lago d’Iseo in Lombardia, inizia la vendemmia e questa è già una bella notizia, se poi questo avviene sotto i migliori auspici allora possiamo sperare che anche questa potrà essere un’annata di quelle da ricordare per il vino di casa nostra.


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La raccolta delle uve di una delle aree simbolo dello Spumante Metodo Classico del nostro paese inizierà coi primi grappoli di Pinot Nero, in quell’area ai piedi del Parco della Santissima a Gussago, mentre la raccolta delle uve di Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco e Erbamat entrerà a pieno regime nelle giornate del Ferragosto, mentre buona parte degli italiani saranno al mare o ai monti, magari proprio a gustarsi i prodotti delle annate precedenti.

Meteorologicamente è stata un’annata strana quella di quest’anno, che molto si differenzia da quella precedente, dove il gran caldo iniziale con pochissime piogge ha determinato un anticipo dello sviluppo vegetativo della vite, mentre da aprile si è assistito ad un drastico cambio di rotta con piogge abbondanti che hanno favorito un buon carico produttivo.

La più grossa problematica che questo clima ha creato è stata la peronospora, facilitata da queste condizioni climatiche, costringendo i viticoltori ad un attentissimo monitoraggio delle condizioni sanitarie dei vigneti.

«Fortunatamente i danni sono stati contenuti e non si sono verificati eventi estremi che hanno compromesso la produzione», lo ha sottolineato Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta che si dice ampiamente soddisfatto dell’annata in corso.

È indubbiamente un buon periodo per la Franciacorta che ha visto, nel 2022, la vendita di oltre 20 milioni di bottiglie e se il grosso del mercato è ancora intento (88% del venduto) l’export segna un + 11,5% delle vendite con Svizzera, Giappone, USA, Germania e Belgio tra i principali acquirenti.

Un segnale, questo, molto importante per la salute di tutto il vino italiano, sempre più apprezzato all’estero.

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