La Valpolicella verso un riconoscimento Unesco

La Valpolicella è – da ormai parecchi anni – uno dei territori italiani maggiormente in salute quando si parla di produzione di vino di qualità.

Una terra, quella che si estende dalla meravigliosa Verona verso le sue colline, dove si producono grandi rossi, come l’Amarone o il Recioto, noti e apprezzati in tutto il mondo.


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È recente la notizia che già dal primo semestre del 2025 quest’area del Veneto possa avvalersi del prestigioso onore di appartenere al “Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’Unesco”, un riconoscimento che va a premiare il grande lavoro svolto in aggiunta al secolare rituale che è alla base della produzione di questi vini.

L’appassimento, la messa a riposo delle uve nelle arele, nei graticci di bambù, nei fruttai che creano quella disidratazione naturale che conferiscono ai vini quell’inconfondibile colore, profumo e sapore, vero marchio di fabbrica per i vini della Valpolicella.

Ora tutto il processo che può portare a questo ambito riconoscimento sta entrando nella fase finale con la presentazione ufficiale  del dosseir, che verrà trasmesso per le valutazioni di rito ai Ministeri della Cultura e Agricoltura e alla Commissione Nazionale per l’Unesco che, entro il 30 marzo, avrà il compito di attribuire la candidatura italiana alla Commissione di Parigi.

Ovviamente c’è parecchio interesse e curiosità dietro a questa operazione che confermerebbe, ancora una volta, quanto la qualità del vino italiano sia una realtà sempre più certa e un mercato, quello del vino, che va a valorizzare ulteriormente il Made In Italy in ogni angolo del pianeta.

Valpolicella, ancora una volta, si conferma come una delle vette della produzione di vino di qualità, con dati sempre più interessanti e confortanti.

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