Il portainnesto rimedio contro la siccità

Il problema della siccità si fa sentire sempre con maggiore importanza nella vita del nostro pianeta e, di conseguenza, del vino, si potrà risolvere con la tecnica del portainnesto?

Non possiamo fare previsioni, nemmeno calcoli, ma se ci basiamo sui tanti dati in nostro possesso il dato che possiamo avere è allarmante. Temperature record sia in estate che in inverno, pochissima neve e ridottissime le precipitazioni, spesso concentrate in poche ore, hanno determinato – ormai da anni – una vera situazione di rischio per l’ambiente.

E per il vino? Anche qui la situazione non è certo delle più rosee e l’allarme climatico si fa già sentire tra i tanti agricoltori, nonostante la vendemmia sia ancora lontanissima.

L’alta temperatura di questo periodo ci porta ad avere nel bacino del Mediterraneo una fioritura ed un germogliamento anticipato, con il tangibile pericolo delle gelate, come già capitato nell’ultimo decennio.

Se, poi, a questo aggiungiamo le scarse precipitazioni invernali è facile capire quale possano essere le preoccupazioni per i tanti allevatori perché, inevitabilmente, i vigneti si troveranno a dover affrontare l’ennesima stagione di grande sofferenza.


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Il portainnesto

Partendo dal dato di fatto che le varie tipologie di vite rispondono diversamente alla siccità, con una maggiore o minore tollerabilità al problema, potrebbe diventare molto importante il ruolo del portainnesto.

Senza entrare troppo nei dettagli possiamo dire che il portainnesto è una tecnica che prevede che la parte inferiore di una pianta venga moltiplicata con la tecnica dell’innesto. L’unione di due o più individui (bionti) prevedono una parte inferiore – il portainnesto – che fornisce l’apparato radicale e una parte superiore – la marza – che costituisce la chioma dell’albero.

Questa tecnica ha la funzione di fornire alla pianta determinate proprietà, sicuramente in modo migliore di quanto riesca a fare il nesto da solo e, inoltre, può fornire una migliore resistenza a condizioni climatiche avverse e di natura biologica (quindi attacchi da parassiti o fitofagi).

Ovviamente non è tutto così semplice poiché a seconda della varietà della pianta abbiamo differenti reazioni ed è, quindi, necessario investire nella ricerca per capire meglio come potersi comportare perché, purtroppo, la scarsità di acqua potrebbe essere un problema in costante avanzamento.

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