Colpita nel cuore, scossa a ripetizione da un terremoto devastante in quella maledetta estate 2016, l’Umbria – cuore verde dell’Italia – ha saputo dimostrare tutta la sua consistenza, come i suoi vigneti che hanno tremato ma anche retto.
La viticultura in Umbria nasce ancor prima dei Romani, con gli Etruschi e gli Umbri che intuiscono le ottime condizioni pedologiche e climatiche della regione, favorevoli alla coltivazione dell’uva e alla produzione del vino.
La vite era allevata col sistema etrusco “dell’alberata”, ossia sostenuta da tutori vivi, tecnica di cui si trova menzione nelle Georgiche di Virgilio. Le mense papali apprezzavano i vini umbri. A Montefalco, per esempio, sono ancora oggi produttivi dei terreni messi a vigna da almeno un migliaio di anni, secondo un’ampia documentazione notarile, tutt’ora esistente.
Per molti decenni l’Umbria funse da serbatoio dal quale veniva attinta la materia prima che veniva poi lavorata e commercializzata nelle regioni limitrofe. Oggi, invece, si stanno affermando definitivamente le sue grandi potenzialità. La verde regione, posta al centro dell’Italia, è costituita prevalentemente da zone montagnose e collinari, ricchissime di acque e di boschi con esposizioni al sole favorevoli e con condizioni climatiche di tipo continentale ma mitigate dall’influenza tirrenica, con precipitazioni abbondanti durante l’inverno ed estati assolate.
La struttura dei suoi terreni di tipo argilloso-calcarei, ricchi di sabbia, identificano l’Umbria come una zona a grande vocazione viticola.
Gli impianti, prevalentemente impiegati nell’allevamento della vite, abbandonati i tradizionali, sono i più razionali a spalliera con potatura a cordone nelle numerose varianti, come il doppio capovolto, in uso prevalentemente nell’Orvietano, o l’alberello basso a potatura corta.
I Vini dell’Umbria
La coltivazione base tradizionale della vite è rappresentata dalle uve di vitigni a bacca bianca come grechetto, Verdello, Drupeggio, Procanico, Trebbiano e Malvasia, mentre per quelli a bacca rossa troviamo Sagrantino, Sangiovese e Ciliegiolo. Tutti questi vitigni ci regalano alcuni tra i più pregiati vini DOC italiani quali:
- Assisi, prodotto con uve di Sangiovese e Montepulciano, ma anche con una forte presenza di Merlot, Pinot Nero e Gamay.
- Orvieto, prodotto con uve Grechetto e Drupeggio, costituisce la storia viticola dell’Umbria. Nasce come vino amabile, a volte dolce, immesso in commercio nella bottiglia “pulcianella”.
- Montefalco, prodotto nella versione bianca con Grechetto e Trebbiano Toscano e nella versione rossa con Sangiovese e Sagrantino; nella tipologia Riserva è considerato “fratello minore” della rispettiva DOCG.
- Torgiano, ottenuto nella versione bianca con Trebbiano, Grechetto, Chardonnay, Pinot Grigio e Riesling Italico e, nella versione rossa (di maggior importanza) con Sangiovese, Canaiolo, Cabernet e Pinot Nero.
Completano il quadro delle denominazioni: Colli Perugini, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Altotiberini.
Tutti questi vini, ovviamente si abbinano alla perfezione con la cucina tipica umbra che sa spaziare da un buon piatto di spaghetti alla norcina per proseguire con i tipici spiedini spoletini, crostini con salsa tartufata e con piatti di pesce di acqua dolce (tegamacci di anguille e persici) oltre ai celebri salumi e agli squisiti formaggi piacevolmente accompagnati dalle tante varietà di pane.
Da non dimenticare le lenticchie di Castelluccio di Norcia, l’olio extravergine e i vari dolci dove regna sovrana la cioccolata.
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