Il vino può salvare il pianeta? È una domanda troppo complessa e la risposta non è certamente più semplice.
Dio certo abbiamo una situazione climatica e di inquinamento veramente preoccupante e, nonostante qualcuno cerchi di minimizzare, è certo che l’uomo è riuscito ad interrompere un ciclo vitale perfetto andando ad influenzare la vita sulla terra in modo decisamente negativo.
Molti danni sono stati fatti in nome dell’agricoltura, andando a modificare terreni e piante per poter avere coltivazioni più proficue danneggiando, però, quello che era il vero ciclo naturale, ad iniziare da quell’insieme di microrganismi che abitano nel terreno (microbiota) e che contribuiscono al benessere delle piante.
Oggi, per poter cercare di porre rimedio a tutto ciò è sempre più importante creare una sinergia tra l’uomo e le piante e tra queste, sicuramente, anche la vite può avere un ruolo importante.
Perché il vino può salvare il pianeta
Il rispetto dell’ambiente e delle sue esigenze porta ad un netto miglioramento della salute delle piante, tra cui la vite, e quindi anche alla qualità dell’uva e del vino che beviamo.
E, come è stato notato, più la pianta è sana più il pianeta ci guadagna in termini di cambiamento climatico e inquinamento e più il prodotto finale sarà di qualità.
Parlando di viticoltura bisogna constatare che ci sono terreni vocati per questa attività, altri no e quando nei terreni si importano ingredienti esterni per ottenere analisi che consentano la giusta crescita della pianta andiamo a turbare l’equilibrio delle viti stesse.
La natura va interpretata ed entrare prepotentemente nell’agricoltura ha creato – e lo fa tutt’ora – danni.
È necessario imparare a dialogare col terreno, la viticoltura non si affronta con la prevaricazione, andando ad aggiungere quello che manca, ma è necessario imparare a capire dove possa essere il problema nel terroir e lì agire di conseguenza.
La nuova frontiera degli studi potrebbe essere quella di capire come si comportano i microrganismi, perché sono molto duttili. Ad esempio con la fotosintesi le piante rilasciano energia nelle radici che danno forza ai microrganismi presenti nel suolo, ovvero è come se le piante li allevassero per poter ricevere in cambio nutrimento e protezione.
Quando questo dialogo funziona la pianta è forte e resistente ed è capace di difendersi dal clima impazzito e lo combatte sequestrando carbonio dal terreno.
Ovviamente questo non vuol dire che un bravo enologo sia capace di salvare l’intero pianeta ma, al pari di un accorto agricoltore, può contribuire in prima analisi ad avere prodotti di assoluta qualità ma, anche, come esempio per una serie di altri allevatori perché creando piante in salute ci sarà sempre meno il bisogno di interventi chimici contribuendo alla regolazione del clima e dell’inquinamento.
Alla fine, quindi, il vino può salvare il pianeta perché questo è un sistema legato a doppio filo che va dal coltivatore al consumatore finale, nel totale rispetto dell’ambiente e della qualità di quello che beviamo.
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