Campania, il vino ai piedi del Vesuvio

La Campania è una regione che vanta una tradizione enologica di origine antica e un territorio tra i primi centri di insediamento, di coltivazione, di studio della vite e dei vini. La diffusione della vite risale all’epoca preromana, quando i vini della Campania divennero famosi nel mondo: dal porto di Pozzuoli, il Falerno, il Caleno, il Faustiniano, “i vini degli imperatori”, vennero esportati in tutto il mondo.

Dagli antichi vitigni, descritti dagli scrittori romani come Plinio, discendono i vini tradizionali storici della Campania: l’Aglianico, il Greco, il Fiano, la Coda di Volpe, il Per’e Palummo (o Piedirosso), l’Asprino, la Biancolella, la Forastera. In epoche successive le diverse dominazioni straniere portarono nuove e poliedriche culture e ciò contribuì a far diventare la regione il punto di riferimento non solo civile e sociale ma, anche, economico, processo che culminò nella scelta di Napoli come Capitale d’Italia. La cultura del vino crebbe di pari passo, ma dall’Unità d’Italia, così come avvenne frequentemente per tutto il Meridione d’Italia, ci fu un regresso e declino che coinvolse anche il mondo vinicolo.

Il territorio della Campania

La Campania ha un territorio di origine vulcanica, prevalentemente collinare (50%) che è condizionato da un clima mite mediterraneo, mentre l’entroterra montuoso (35%) risente di un clima più rigido con ristagni di nebbia e copiose nevicate. Di fronte alla costa emergono diverse isole, di natura vulcanica come Ischia, o di origine calcarea come Capri. I sistemi di allevamento più usati sono, ad esclusione dell’alberata ad Aversa, a spalliera con potatura a “guyot”, cordone speronato. Solo nelle zone delle isole e delle coste, legate al rispetto del paesaggio, sono ammesse le forme di allevamento a tendone.


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I vitigni che identificano la Campania sono tra quelli a bacca bianca: Guarnaccia, Asprinio, Biancolella, Coda di Volpe, Falanghina, Fiano, Forestera, Greco, Guarnaccia, Malvasia Bianca di Candia, Verdeca; e tra quelli a bacca rossa: Aglianico, Sangiovese, Piedirosso, Primitivo, Sciascinoso.

I principali vini della Campania

Ovviamente in Campania possiamo trovare anche numerosi vini a DOC che si dividono in:

  • Falerno del Massico, prodotte con uve Aglianico e Piedirosso nella versione rossa; con uve Falanghina per la versione bianca.
  • Aversa, prodotto con l’Asprinio nella versione ferma e spumante metodo Charmat.
  • Capri, prodotto con uve Biancolella e Forastera.
  • Campi Flegrei, ottenuto con uve Falanghina.
  • Penisola Sorrentina, ottenuto nella versione bianca con Falanghina, Biancolella e Greco; mentre in quella rossa è previsto l’impiego di Piedirosso, Sciascinoso e Aglianico, è suddivisa nelle sottozone di Gragnano, Lettere e Sorrento.
  • Vesuvio, prodotto con Coda di Volpe, Verdeca e Falanghina nella versione bianca; Piedirosso e Sciascinoso nella versione rossa. La sottodenominazione Lacryma Christi prevede la versione bianca, rosata, rossa, spumante e liquoroso bianco ma non dolce, come si riteneva un tempo.
  • Ischia, le uve usate sono Biancorella e Piedirosso, con vigneti che arrivano fino a 500 m s.l.m.
  • Costa d’Amalfi, ottenuto con Falanghina e Biancolella per la versione bianca, con Piedirosso, Sciascinoso e Aglianico per la versione rossa. Si distingue nelle sottozone Furore, Ravello e Tramonti.

Completano il quadro delle denominazioni: Galluccio, Solopaca, Guardia Sanframondi o Guardiolo, Sant’Agata dei Goti, Cilento.

Tutti questi vini si abbinano alla perfezione coi cibi della Campania, storicamente definita “Campania felix” per la fertilità del suolo e per il clima mite, che offre una grande varietà di prodotti tipici, caratterizzati dalla genuinità e dalle tradizioni. Se la pizza, la pasta e la mozzarella di bufala sono il fiore all’occhiello della gastronomia regionale, in realtà l’itinerario del gusto in Campania è lungo ed invitante, spaziando da ricette a base di pesce, ai primi piatti con ragù, dai formaggi ai salumi, dalle verdure alla frutta e agli ottimi dolci.

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